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CNA agli Stati generali: le nostre proposte per il rilancio dell’Italia

Il rilancio dell’Italia passa attraverso un gigantesco piano di investimenti che dovrà utilizzare al meglio le ingenti risorse comunitarie ma occorre curare rapidamente i mali cronici che impediscono al Paese di crescere da oltre 20 anni e che l’emergenza provocata dal Covid-19 ha messo in evidenza. E’ quanto ha sottolineato il presidente della CNA, Daniele Vaccarino, intervenendo agli Stati generali dell’economia promossi dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

La Confederazione ha presentato un documento indicando una serie proposte per rimettere in moto l’Italia. E’ necessaria una efficace terapia per rimuovere tutti gli ostacoli che bloccano lo sviluppo. Per modernizzare il Paese, favorire la green economy e creare le basi per una crescita robusta occorre avviare un grande cantiere di riforme da realizzare rapidamente all’insegna di semplifica, sblocca, snellisci. L’architettura normativa e burocratica deve smettere di rappresentare un ostacolo all’attività delle imprese.

La riforma più urgente è quella della burocrazia che deve ispirarsi al modello dei controlli ex post dando fiducia a chi intraprende e favorendo il più possibile il ricorso all’autocertificazione.

CNA propone di istituire presso ogni ministero un Consiglio per l’attuazione delle norme composto da esperti e rappresentanti delle categorie produttive per una puntuale funzione diagnostico-conoscitiva dei decreti in fase di emanazione.

Per rivitalizzare le opere pubbliche occorre sospendere il codice degli appalti, rivedere l’istituto dell’abuso d’ufficio per i funzionari pubblici, togliere il freno dei Tar e ridisegnare il ruolo dell’Anac. Si parta dalle opere piccole e grandi già cantierabili e accelerare sulle grandi infrastrutture adottando il modello già utilizzato per il ponte di Genova.

Per artigiani e piccole imprese la carenza di credito rappresenta un forte limite allo sviluppo. Servono strumenti dedicati. Da un lato ampliare il raggio di azione dei Confidi a partire dall’utilizzo di fondi pubblici per erogare finanziamenti di piccoli importi. Consentire alle piccole imprese di accedere alla finanza innovativa come alternativa al credito bancario.

Altro tema cruciale è il fisco. Il livello di prelievo sulle piccole attività è eccessivo e iniquo rispetto ad altre categorie di redditi. Il digitale facilita i controlli ma resta una mole di oneri e adempimenti obsoleti che genera soltanto costi e contenziosi.

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