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Dall’economia circolare una spinta per il dopo-emergenza

Assimilazione dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani, dopo-SISTRI e gestione degli imballaggi: sono questi gli aspetti principali su cui abbiamo posto l’accento nel corso dell’audizione al Senato sul “Pacchetto Economia Circolare”. Accelerare sulle politiche green darebbe un impulso importante verso sistema economico più competitivo e più sostenibile. Il recepimento delle nuove direttive europee in materia di rifiuti avrebbe dovuto rappresentare un’occasione per intervenire sul codice ambientale (d.lgs 152/06). Migliorando la disciplina sui rifiuti, snellendo e rendendo più coerente alcune delle misure, complicate dalle diverse interpretazioni delle norme a livello territoriale, contribuendo alla rimozione delle barriere tecnologiche e non.

Un percorso a metà

Il testo arrivato alle commissioni parlamentari è sicuramente migliorato rispetto ai documenti inizialmente redatti dal ministero dell’Ambiente, che sembravano voler stravolgere la disciplina dell’EPR (Extended Producer Responsibility), indebolire il sistema di gestione degli imballaggi, portare un ulteriore burocratizzazione di alcune discipline come quella dei RAEE. Ma si poteva fare comunque di più per intervenire sulla Parte IV del codice ambientale.

Gestione dei rifiuti e altre criticità

Punto uno: i rifiuti. Una definizione estremamente ampia dell’assimilazione dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani non è sostenibile per le imprese. Va nella direzione opposta agli obiettivi di riciclo e sembra piuttosto studiata solo per far quadrare i conti alle casse dei comuni.

Punto due: il dopo-SISTRI. E’ un passaggio fondamentale verso un nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti. Deve ispirarsi a strumenti e misure efficaci sotto il profilo della tutela ambientale e essere semplice e economico per le imprese. Finora abbiamo visto accolte, nei principi indicati nel provvedimento, molte delle nostre richieste. Come l’interoperabilità, la semplificazione amministrativa, la sostenibilità dei costi, la necessità di una sperimentazione preventiva e un ruolo attivo dell’Albo Gestori Ambientali. Ma non basta: perché il sistema funzioni è importante definire con il confronto delle associazioni gli aspetti procedurali e tecnici.

Punto tre: la gestione degli imballaggi. Avevamo espresso le nostre preoccupazioni sulle ipotesi di intervento emerse nei mesi scorsi: indebolire il sistema vigente avrebbe avuto un impatto negativo sull’ambiente e sulle imprese, soprattutto quelle più deboli della filiera. Ma quelle previsioni, nel testo presentato in Parlamento oggi, sono state ridimensionate e superate: ben venga su questo punto dunque lo schema di decreto legislativo appare migliorato rispetto alle previsioni. Nei modelli di Responsabilità Estesa del Produttore vanno più in generale valorizzati i punti di forza delle esperienze esistenti e dei Consorzi Ambientali.

In un momento come l’attuale appare quanto mai necessario recuperare le politiche green del Paese su basi nuove, in un quadro economico provato dall’emergenza. Serve una spinta agli investimenti in questi ambiti, una razionalizzazione e una semplificazione del quadro normativo.

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